Abstract esteso Nelle regioni di più antica e consolidata territorializzazione, ampiamente diffuse in Italia e in Europa, è facile individuare, per le diverse epoche, matrici territoriali complesse, più o meno sovrapponibili diacronicamente. Esse sono caratterizzate dalla presenza di luoghi significativi, landmark maggiori o minori per notorietà e potenziale d’impiego. La loro conservazione e “tradizione” sono parte integrante dell’identità e del genius loci condiviso da comunità grandi e piccole. Il peso specifico di ciascun landmark, in termini economici, geosociali e geoculturali è vario e risente di più fattori. Nondimeno, molti di questi luoghi, in rapporto allo specifico territorio di riferimento, possono essere considerati asset potenziali: lo sono individualmente, certo, ma possono esserlo ancora di più una volta “messi a sistema” fra loro, secondo una logica di percorso e relazione. Le comunità possono utilizzare, in vari modi, la diffusione della conoscenza relativa ai propri luoghi-simbolo. Tale conoscenza può svilupparsi coordinando in prospettiva geografica elementi interdisciplinari e tecnologie accessibili per l’acquisizione e la rappresentazione dei dati: telerilevamento low-cost, data crowd-sourcing, WebGIS, virtualizzazione di manufatti, realtà aumentata o virtuale-immersiva, stampa 3D. L’integrazione di tecniche complementari entro un modello organico di rappresentazione può consentire lo sviluppo di veri e propri “Atlanti dei Landmark Minori”. Essi avrebbero lo scopo di agevolare lo studio, la comunicazione e la rappresentazione di luoghi significativi, spesso trascurati. Ciò costituirebbe utile documentazione e potrebbe preludere ad interventi di valorizzazione, “comunicando verso l’esterno” il valore dei siti – e delle reti dei siti - sia dal punto di vista materiale, sia da quello immateriale e simbolico. Un modello di rappresentazione con tali obiettivi coniuga necessariamente dimensioni diverse. Innanzitutto, deve consentire un’adeguata articolazione spaziale in scala per una più agevole comprensione dei territori. In secondo luogo, deve permettere una riconoscibilità dei livelli diacronici, per rilevare e comprendere le diverse fasi storiche. In terzo luogo, è necessario impostare la presentazione dei contenuti in modo tale da permettere l’adeguata percezione della continuità fra dati quantitativi/oggettivi di informazione e dati qualitativi/soggettivi di comprensione. La sfida, in altri termini, consiste nel trovare una modalità di rappresentazione adatta a descrivere il landmark in quanto spazio fisico e in quanto spazio storico, simbolico e socioidentitario. Tutti questi risultati possono essere conseguiti mediante un sistema di rappresentazione intrinsecamente sostenibile e progressivamente incrementabile. Sostenibile, perché la conoscenza e la tutela dei landmark minori sono spesso obiettivo di comunità e gruppi di lavoro che non possono sopportare elevati costi per le piattaforme tecnologiche. Incrementabile, perché è indubbio che in un progetto di documentazione come quello proposto è necessario prevedere una costruzione in più fasi e secondo più moduli. Bisogna considerare, in fase di implementazione, un approccio topdown da integrare progressivamente con apporti bottom-up a carattere partecipativo. I presupposti concettuali sopra descritti orientano verso alcune scelte mirate quando ci si disponga a realizzare un sistema funzionante. Un “Atlante dei Landmark Minori” come quello in argomento, nasce come piattaforma geocartografica multimediale: occorre pertanto adattare le piattaforme GIS con estensioni, moduli ed eventuali sovrastrutture Web per la gestione di varie tipologie di documenti. Il sistema risultante dovrà mantenersi “leggero”, puntando a utilizzare tecnologie di uso comune, open o standard de-facto; dovrà anche svilupparsi in funzione di obiettivi di semplicità e cantierabilità che permettano un approccio quanto più possibile intuitivo alle informazioni e alle risorse. Il sistema infine sarà predisposto, concettualmente e operativamente, per adeguarsi, nel tempo, a nuove tipologie di comunicazione e a nuovi paradigmi di rappresentazione.

Un modello di atlante per i landmark minori: aspetti teorici e di implementazione

Casagrande G;
2017-01-01

Abstract

Abstract esteso Nelle regioni di più antica e consolidata territorializzazione, ampiamente diffuse in Italia e in Europa, è facile individuare, per le diverse epoche, matrici territoriali complesse, più o meno sovrapponibili diacronicamente. Esse sono caratterizzate dalla presenza di luoghi significativi, landmark maggiori o minori per notorietà e potenziale d’impiego. La loro conservazione e “tradizione” sono parte integrante dell’identità e del genius loci condiviso da comunità grandi e piccole. Il peso specifico di ciascun landmark, in termini economici, geosociali e geoculturali è vario e risente di più fattori. Nondimeno, molti di questi luoghi, in rapporto allo specifico territorio di riferimento, possono essere considerati asset potenziali: lo sono individualmente, certo, ma possono esserlo ancora di più una volta “messi a sistema” fra loro, secondo una logica di percorso e relazione. Le comunità possono utilizzare, in vari modi, la diffusione della conoscenza relativa ai propri luoghi-simbolo. Tale conoscenza può svilupparsi coordinando in prospettiva geografica elementi interdisciplinari e tecnologie accessibili per l’acquisizione e la rappresentazione dei dati: telerilevamento low-cost, data crowd-sourcing, WebGIS, virtualizzazione di manufatti, realtà aumentata o virtuale-immersiva, stampa 3D. L’integrazione di tecniche complementari entro un modello organico di rappresentazione può consentire lo sviluppo di veri e propri “Atlanti dei Landmark Minori”. Essi avrebbero lo scopo di agevolare lo studio, la comunicazione e la rappresentazione di luoghi significativi, spesso trascurati. Ciò costituirebbe utile documentazione e potrebbe preludere ad interventi di valorizzazione, “comunicando verso l’esterno” il valore dei siti – e delle reti dei siti - sia dal punto di vista materiale, sia da quello immateriale e simbolico. Un modello di rappresentazione con tali obiettivi coniuga necessariamente dimensioni diverse. Innanzitutto, deve consentire un’adeguata articolazione spaziale in scala per una più agevole comprensione dei territori. In secondo luogo, deve permettere una riconoscibilità dei livelli diacronici, per rilevare e comprendere le diverse fasi storiche. In terzo luogo, è necessario impostare la presentazione dei contenuti in modo tale da permettere l’adeguata percezione della continuità fra dati quantitativi/oggettivi di informazione e dati qualitativi/soggettivi di comprensione. La sfida, in altri termini, consiste nel trovare una modalità di rappresentazione adatta a descrivere il landmark in quanto spazio fisico e in quanto spazio storico, simbolico e socioidentitario. Tutti questi risultati possono essere conseguiti mediante un sistema di rappresentazione intrinsecamente sostenibile e progressivamente incrementabile. Sostenibile, perché la conoscenza e la tutela dei landmark minori sono spesso obiettivo di comunità e gruppi di lavoro che non possono sopportare elevati costi per le piattaforme tecnologiche. Incrementabile, perché è indubbio che in un progetto di documentazione come quello proposto è necessario prevedere una costruzione in più fasi e secondo più moduli. Bisogna considerare, in fase di implementazione, un approccio topdown da integrare progressivamente con apporti bottom-up a carattere partecipativo. I presupposti concettuali sopra descritti orientano verso alcune scelte mirate quando ci si disponga a realizzare un sistema funzionante. Un “Atlante dei Landmark Minori” come quello in argomento, nasce come piattaforma geocartografica multimediale: occorre pertanto adattare le piattaforme GIS con estensioni, moduli ed eventuali sovrastrutture Web per la gestione di varie tipologie di documenti. Il sistema risultante dovrà mantenersi “leggero”, puntando a utilizzare tecnologie di uso comune, open o standard de-facto; dovrà anche svilupparsi in funzione di obiettivi di semplicità e cantierabilità che permettano un approccio quanto più possibile intuitivo alle informazioni e alle risorse. Il sistema infine sarà predisposto, concettualmente e operativamente, per adeguarsi, nel tempo, a nuove tipologie di comunicazione e a nuovi paradigmi di rappresentazione.
2017
978-88-941232-8-9
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