The Holy Sepulcher, which is a memorial and devotional hearth in the Christian medieval world, has played an exemplary role in the development of rites and worships, too. The time between Constantine and the end of the Crusades, Jerusalem’s Church created its own liturgical forms which are strictly connected with memorial places and with city’s sacred topography. Dramatic events – such as the Sassanid siege in 614 and the destructions ordered by Cairo’s Fatimid caliph al-Hakim in 1009 – influenced and oriented this complex genesis. From an historical point of view, it is relevant to identify the specific Hagiopolite tradition and its relationship with Christianity and, at the same time, the forms of dialectics between conservation and innovation within worship and liturgical uses. This research tries to focus this topic from an interdisciplinary approach, analyzing different sources: properly liturgical texts, hymns, homilies, pastoral pomes are considered as important as pilgrim’s texts, chronicles, hagiographic tales, stories written by witnesses and protagonists, reflecting perceptions, cultural models, sensations. Buildings, archaeological remains, topographic and topological elements, liturgical objects, together with fragments of mosaics and sculptures allow to understand the spatial and physical context and the ritual dimension. Medieval Christian world is outlined with his richness and internal diversity together with his extraordinary devotional bond with Holy Places and Holy City.

Il complesso del Santo Sepolcro, fulcro memoriale e devozionale dell’ecumene cristiana, ha svolto anche un ruolo esemplare per lo sviluppo di riti e celebrazioni. Tra l’età di Costantino e la fine dei regni crociati, la Chiesa di Gerusalemme ha elaborato forme liturgiche proprie caratterizzate da un rapporto diretto con i luoghi memoriali e con la topografia della città e della Terrasanta cristiane. Le vicende, spesso drammatiche, vissute dalla comunità e le distruzioni degli edifici, nel 614 ad opera dei persiani e nel 1009 per ordine del califfo del Cairo al-Hakim, così come i successivi rifacimenti, hanno interagito con questa complessa genesi. Dal punto di vista storico, si pone – così – il problema di individuare la specificità agiopolita, nel suo rapporto con la Cristianità, e al contempo le forme della dialettica fra conservazione e innovazione all’interno della tradizione gerosolimitana Questo saggio lo affronta in una prospettiva interdisciplinare, sulla base di una pluralità di fonti: testi propriamente liturgici, omelie, inni, composizioni pastorali, ma anche parole e racconti di chi ne è stato co-protagonista, fonti testuali che riflettono la percezione di riti e cerimonie da parte di fedeli e pellegrini. Allo stesso modo, le strutture e i resti archeologici degli edifici, le dimensioni dei luoghi di culto, gli elementi topologici e topografici dei complessi architettonici e delle città, gli oggetti utilizzati durante i riti, così come le raffigurazioni superstiti, restituiscono componenti fisiche e spaziali, imprescindibili per la comprensione dello specifico liturgico. Ne risulta un quadro complesso e variegato, uno spaccato della ricchezza del mondo cristiano medievale e, al contempo, la straordinaria continuità dell’attaccamento devozionale ai Luoghi Santi.

Il Santo Sepolcro a Gerusalemme. Riti, testi e racconti tra Costantino e l'età delle crociate

Salvarani R
2012-01-01

Abstract

The Holy Sepulcher, which is a memorial and devotional hearth in the Christian medieval world, has played an exemplary role in the development of rites and worships, too. The time between Constantine and the end of the Crusades, Jerusalem’s Church created its own liturgical forms which are strictly connected with memorial places and with city’s sacred topography. Dramatic events – such as the Sassanid siege in 614 and the destructions ordered by Cairo’s Fatimid caliph al-Hakim in 1009 – influenced and oriented this complex genesis. From an historical point of view, it is relevant to identify the specific Hagiopolite tradition and its relationship with Christianity and, at the same time, the forms of dialectics between conservation and innovation within worship and liturgical uses. This research tries to focus this topic from an interdisciplinary approach, analyzing different sources: properly liturgical texts, hymns, homilies, pastoral pomes are considered as important as pilgrim’s texts, chronicles, hagiographic tales, stories written by witnesses and protagonists, reflecting perceptions, cultural models, sensations. Buildings, archaeological remains, topographic and topological elements, liturgical objects, together with fragments of mosaics and sculptures allow to understand the spatial and physical context and the ritual dimension. Medieval Christian world is outlined with his richness and internal diversity together with his extraordinary devotional bond with Holy Places and Holy City.
2012
978-88-209-8812-8
Il complesso del Santo Sepolcro, fulcro memoriale e devozionale dell’ecumene cristiana, ha svolto anche un ruolo esemplare per lo sviluppo di riti e celebrazioni. Tra l’età di Costantino e la fine dei regni crociati, la Chiesa di Gerusalemme ha elaborato forme liturgiche proprie caratterizzate da un rapporto diretto con i luoghi memoriali e con la topografia della città e della Terrasanta cristiane. Le vicende, spesso drammatiche, vissute dalla comunità e le distruzioni degli edifici, nel 614 ad opera dei persiani e nel 1009 per ordine del califfo del Cairo al-Hakim, così come i successivi rifacimenti, hanno interagito con questa complessa genesi. Dal punto di vista storico, si pone – così – il problema di individuare la specificità agiopolita, nel suo rapporto con la Cristianità, e al contempo le forme della dialettica fra conservazione e innovazione all’interno della tradizione gerosolimitana Questo saggio lo affronta in una prospettiva interdisciplinare, sulla base di una pluralità di fonti: testi propriamente liturgici, omelie, inni, composizioni pastorali, ma anche parole e racconti di chi ne è stato co-protagonista, fonti testuali che riflettono la percezione di riti e cerimonie da parte di fedeli e pellegrini. Allo stesso modo, le strutture e i resti archeologici degli edifici, le dimensioni dei luoghi di culto, gli elementi topologici e topografici dei complessi architettonici e delle città, gli oggetti utilizzati durante i riti, così come le raffigurazioni superstiti, restituiscono componenti fisiche e spaziali, imprescindibili per la comprensione dello specifico liturgico. Ne risulta un quadro complesso e variegato, uno spaccato della ricchezza del mondo cristiano medievale e, al contempo, la straordinaria continuità dell’attaccamento devozionale ai Luoghi Santi.
liturgia medioevo
Santo Sepolcro
gerusalemme medioevo
Holy Sepulcher
Jerusalem middle ages
liturgy middle ages
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14092/3329
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