Il saggio vuole difendere la posizione dell’originarietà della differenza sessuale, nella convinzione che non possa darsi umanità comune che non sia originariamente attraversata dall’elaborazione simbolica di due corporeità diverse e irriducibili. La sessuazione dell’esperienza e del pensiero reagiscono al tentativo di declassare la differenza ad accidentalità, messo in atto da una configurazione culturale tendente all’indifferenziazione, nella figura dell’androgino o del trans-gender. La differenza sessuale è, così, pensata come orizzonte di senso e principio autonomo di produzione simbolica, cioè poi come un dis-porsi al mondo radicato nel corpo, nel punto di intersezione, sempre singolarmente elaborato, fra biologico e simbolico, corpo vissuto e flusso intenzionale. L’individuazione delle costanti del differire fra maschio e femmina è da riportare infatti al corpo e ai suoi vissuti simbolici. Il corpo (Leib) è perciò il dato da ripensare filosoficamente: infatti, non è la stessa cosa nascere donna da una donna o uomo da una donna; né è lo stesso generare in sé o fuori di sé o ancora incontrare l’altro, nell’amore, in sé o fuori di sé (Irigaray). Il saggio si interroga anche in direzione della pensabilità e possibilità del convenire dei differenti, alla ricerca delle condizioni (simboliche e politiche) per la costruzione di un’etica della differenza sessuale come luogo comune a uomini e donne e fondamento di ogni altro rapporto etico-politico.
Irigaray. La passione della differenza
ZANARDO S
2010-01-01
Abstract
Il saggio vuole difendere la posizione dell’originarietà della differenza sessuale, nella convinzione che non possa darsi umanità comune che non sia originariamente attraversata dall’elaborazione simbolica di due corporeità diverse e irriducibili. La sessuazione dell’esperienza e del pensiero reagiscono al tentativo di declassare la differenza ad accidentalità, messo in atto da una configurazione culturale tendente all’indifferenziazione, nella figura dell’androgino o del trans-gender. La differenza sessuale è, così, pensata come orizzonte di senso e principio autonomo di produzione simbolica, cioè poi come un dis-porsi al mondo radicato nel corpo, nel punto di intersezione, sempre singolarmente elaborato, fra biologico e simbolico, corpo vissuto e flusso intenzionale. L’individuazione delle costanti del differire fra maschio e femmina è da riportare infatti al corpo e ai suoi vissuti simbolici. Il corpo (Leib) è perciò il dato da ripensare filosoficamente: infatti, non è la stessa cosa nascere donna da una donna o uomo da una donna; né è lo stesso generare in sé o fuori di sé o ancora incontrare l’altro, nell’amore, in sé o fuori di sé (Irigaray). Il saggio si interroga anche in direzione della pensabilità e possibilità del convenire dei differenti, alla ricerca delle condizioni (simboliche e politiche) per la costruzione di un’etica della differenza sessuale come luogo comune a uomini e donne e fondamento di ogni altro rapporto etico-politico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.