Il contributo sottopone a indagine critica il rapporto amministrativo a partire dall’evoluzione teorica e interpretativa dell’affidamento ingenerato nel privato dall’esercizio del potere. Il presupposto logico dell’affidamento è rappresentato da un’apparenza basata su circostanze riconducibili ad elementi oggettivi atti a fondarne e caratterizzarne il convincimento, imputabili all’amministrazione. L’affidamento deve essere letto come proiezione del diritto alla certezza e alla calcolabilità dell’agire pubblico, per la stabilità dei rapporti. La tenuta dei precari equilibri sui quali poggia l’affidamento del privato a fronte dell’esercizio di potere è messa a dura prova nelle sedi della autotutela e, a monte, nel contesto delle ricostruzioni relative ai profili di esauribilità o meno del potere. Dimensioni, queste ultime, che incidono sulla “stabilità” della posizione del privato rispetto al potere. Proprio nella sede dell’autotutela, l’ipotesi di errore nella quale è incorsa l’amministrazione in sede di esercizio del potere di primo grado consente di sostenere che vi possa essere un dovere di agire, per emendare vizi rilevati, esponendo l’intero procedimento a una situazione di sostanziale incertezza, non solo per i possibili risvolti processuali. E così la necessità di garantire la legittimità dell’azione dell’amministrazione, unitamente alla valutazione delle aperture a profili di responsabilità, minano quella esigenza di stabilità della decisione che l’affidamento sottende, richiedendo una riflessione per garantirne il necessario bilanciamento. Il contributo sottopone a indagine critica il rapporto amministrativo a partire dall’evoluzione teorica e interpretativa dell’affidamento ingenerato nel privato dall’esercizio del potere. Il presupposto logico dell’affidamento è rappresentato da un’apparenza basata su circostanze riconducibili ad elementi oggettivi atti a fondarne e caratterizzarne il convincimento, imputabili all’amministrazione. L’affidamento deve essere letto come proiezione del diritto alla certezza e alla calcolabilità dell’agire pubblico, per la stabilità dei rapporti. La tenuta dei precari equilibri sui quali poggia l’affidamento del privato a fronte dell’esercizio di potere è messa a dura prova nelle sedi della autotutela e, a monte, nel contesto delle ricostruzioni relative ai profili di esauribilità o meno del potere. Dimensioni, queste ultime, che incidono sulla “stabilità” della posizione del privato rispetto al potere. Proprio nella sede dell’autotutela, l’ipotesi di errore nella quale è incorsa l’amministrazione in sede di esercizio del potere di primo grado consente di sostenere che vi possa essere un dovere di agire, per emendare vizi rilevati, esponendo l’intero procedimento a una situazione di sostanziale incertezza, non solo per i possibili risvolti processuali. E così la necessità di garantire la legittimità dell’azione dell’amministrazione, unitamente alla valutazione delle aperture a profili di responsabilità, minano quella esigenza di stabilità della decisione che l’affidamento sottende, richiedendo una riflessione per garantirne il necessario bilanciamento.

Affidamento del privato tra certezza della decisione e (in)esauribili del potere. Spunti sulla (ir)rilevanza dell'errore

Giani
2021-01-01

Abstract

Il contributo sottopone a indagine critica il rapporto amministrativo a partire dall’evoluzione teorica e interpretativa dell’affidamento ingenerato nel privato dall’esercizio del potere. Il presupposto logico dell’affidamento è rappresentato da un’apparenza basata su circostanze riconducibili ad elementi oggettivi atti a fondarne e caratterizzarne il convincimento, imputabili all’amministrazione. L’affidamento deve essere letto come proiezione del diritto alla certezza e alla calcolabilità dell’agire pubblico, per la stabilità dei rapporti. La tenuta dei precari equilibri sui quali poggia l’affidamento del privato a fronte dell’esercizio di potere è messa a dura prova nelle sedi della autotutela e, a monte, nel contesto delle ricostruzioni relative ai profili di esauribilità o meno del potere. Dimensioni, queste ultime, che incidono sulla “stabilità” della posizione del privato rispetto al potere. Proprio nella sede dell’autotutela, l’ipotesi di errore nella quale è incorsa l’amministrazione in sede di esercizio del potere di primo grado consente di sostenere che vi possa essere un dovere di agire, per emendare vizi rilevati, esponendo l’intero procedimento a una situazione di sostanziale incertezza, non solo per i possibili risvolti processuali. E così la necessità di garantire la legittimità dell’azione dell’amministrazione, unitamente alla valutazione delle aperture a profili di responsabilità, minano quella esigenza di stabilità della decisione che l’affidamento sottende, richiedendo una riflessione per garantirne il necessario bilanciamento. Il contributo sottopone a indagine critica il rapporto amministrativo a partire dall’evoluzione teorica e interpretativa dell’affidamento ingenerato nel privato dall’esercizio del potere. Il presupposto logico dell’affidamento è rappresentato da un’apparenza basata su circostanze riconducibili ad elementi oggettivi atti a fondarne e caratterizzarne il convincimento, imputabili all’amministrazione. L’affidamento deve essere letto come proiezione del diritto alla certezza e alla calcolabilità dell’agire pubblico, per la stabilità dei rapporti. La tenuta dei precari equilibri sui quali poggia l’affidamento del privato a fronte dell’esercizio di potere è messa a dura prova nelle sedi della autotutela e, a monte, nel contesto delle ricostruzioni relative ai profili di esauribilità o meno del potere. Dimensioni, queste ultime, che incidono sulla “stabilità” della posizione del privato rispetto al potere. Proprio nella sede dell’autotutela, l’ipotesi di errore nella quale è incorsa l’amministrazione in sede di esercizio del potere di primo grado consente di sostenere che vi possa essere un dovere di agire, per emendare vizi rilevati, esponendo l’intero procedimento a una situazione di sostanziale incertezza, non solo per i possibili risvolti processuali. E così la necessità di garantire la legittimità dell’azione dell’amministrazione, unitamente alla valutazione delle aperture a profili di responsabilità, minano quella esigenza di stabilità della decisione che l’affidamento sottende, richiedendo una riflessione per garantirne il necessario bilanciamento.
2021
978-88-921-4113-1
certezza, affidamento, inesauribilità del potere amministrativo
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
(2021) Affidamento del privato, in Scritti Cavallo.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 1.98 MB
Formato Adobe PDF
1.98 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14092/4903
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
social impact