Il volume analizza l’istituto della decretazione d’urgenza dall’angolo prospettico della legge di conversione. Il primo e il secondo capitolo esaminano le caratteristiche del potere del Parlamento di convertire i decreti-legge, specie sotto il profilo dei limiti che tale potere incontra. Sono oggetto di particolare attenzione, anzitutto, le problematiche relative ai requisiti di straordinaria necessità e urgenza previsti dall’art. 77 Cost. Oltre al significato della clausola utilizzata dal Costituente, l’a. esamina la responsabilità che il Governo assume con l’adozione del decreto, la questione della c.d. efficacia sanante della legge di conversione e i limiti posti al controllo della Corte costituzionale sull’esistenza dei predetti requisiti. Vengono, poi, studiati gli altri limiti che la Costituzione pone alla decretazione d’urgenza, in particolare quello derivante dall’impossibilità per il decreto di eccedere il disponibile con legge ordinaria, nonché quelli relativi alle specifiche materie che non possono essere disciplinate con decreto-legge. Alla luce del quadro tracciato, nel terzo capitolo l’A. affronta il problema della natura della conversione in legge. L’analisi prende le mosse dalle tesi espresse dalla dottrina italiana sul tema: quella maggioritaria, secondo la quale si tratta di una novazione; quella minoritaria, per cui si tratta invece di una fattispecie riconducibile all’istituto generale della conversione, in senso tecnico, di un provvedimento invalido. Al riguardo, l’a. propone una ricostruzione che si pone in linea di continuità con quanto sostenuto dalla dottrina maggioritaria sulla natura della conversione durante il vigore dello Statuto albertino, e cioè che la conversione costituisce una forma di ratifica.
La conversione del decreto-legge
VARI F
2004-01-01
Abstract
Il volume analizza l’istituto della decretazione d’urgenza dall’angolo prospettico della legge di conversione. Il primo e il secondo capitolo esaminano le caratteristiche del potere del Parlamento di convertire i decreti-legge, specie sotto il profilo dei limiti che tale potere incontra. Sono oggetto di particolare attenzione, anzitutto, le problematiche relative ai requisiti di straordinaria necessità e urgenza previsti dall’art. 77 Cost. Oltre al significato della clausola utilizzata dal Costituente, l’a. esamina la responsabilità che il Governo assume con l’adozione del decreto, la questione della c.d. efficacia sanante della legge di conversione e i limiti posti al controllo della Corte costituzionale sull’esistenza dei predetti requisiti. Vengono, poi, studiati gli altri limiti che la Costituzione pone alla decretazione d’urgenza, in particolare quello derivante dall’impossibilità per il decreto di eccedere il disponibile con legge ordinaria, nonché quelli relativi alle specifiche materie che non possono essere disciplinate con decreto-legge. Alla luce del quadro tracciato, nel terzo capitolo l’A. affronta il problema della natura della conversione in legge. L’analisi prende le mosse dalle tesi espresse dalla dottrina italiana sul tema: quella maggioritaria, secondo la quale si tratta di una novazione; quella minoritaria, per cui si tratta invece di una fattispecie riconducibile all’istituto generale della conversione, in senso tecnico, di un provvedimento invalido. Al riguardo, l’a. propone una ricostruzione che si pone in linea di continuità con quanto sostenuto dalla dottrina maggioritaria sulla natura della conversione durante il vigore dello Statuto albertino, e cioè che la conversione costituisce una forma di ratifica.File | Dimensione | Formato | |
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