La crisi pandemica, e soprattutto le reazioni ad essa, hanno posto maggiore enfasi sul tema delle relazioni tra autorità e diritti, evidenziando la necessità di ripensare il ruolo delle amministrazioni al fine di guidare le traiettorie di sviluppo sostenibile e di innovazione sociale dei territori, definendo le linee di fondo sulla cui base individuare il ruolo dell’azione di governance, e in particolare della governance territoriale, secondo una prospettiva che pone il territorio al centro dello sviluppo, come principale attore (assieme al momento istituzionale) della sostenibilità e della stessa resilienza. In questo contesto, il richiamo alla pluriforme e polisemica dimensione territoriale, e del comune in particolare, consente di individuare diversi livelli di analisi che intercettano il territorio, in quanto luogo di espressione del bisogno, luogo della comunità e, quindi, destinatario degli interventi. L’azione dei diversi soggetti operanti sul territorio e, dunque, l’azione (pubblica), in un contesto multilivello e multiattoriale proprio di un sistema di governance a rete, rivelano la strategicità dell’organizzazione amministrativa spingendo verso una diversa e più ampia lettura del risultato amministrativo, dell’”amministrazione di risultato”. Una dimensione che necessariamente valorizza quegli aspetti di maggiore attinenza con i profili strutturali dell’amministrazione, essendo la decisione frutto di una dialettica tra organizzazione, funzione e risorse. Una prospettiva che consente una lettura in termini non solo di sostenibilità ma, a monte, in termini di “appropriatezza” del risultato, riferita non solo alla decisione che viene assunta sull’assetto di interessi (sul rapporto amministrativo), consacrata nella decisione, ma anche su tutti gli elementi (anche organizzativi) che ne rappresentano il presupposto logico e imprescindibile e che rivelano l’esistenza di una intelligenza organizzativa che – unica – consente di effettuare un bilanciamento delle risorse (non solo economiche) esistenti per giungere a una decisione che garantisca la massima soddisfazione possibile dell’interesse sostanziale (a risorse limitate).

L’amministrazione tra appropriatezza dell’organizzazione e risultato: spunti per una rilettura del dialogo tra territorio, autorità e diritti

GIANI L
2021-01-01

Abstract

La crisi pandemica, e soprattutto le reazioni ad essa, hanno posto maggiore enfasi sul tema delle relazioni tra autorità e diritti, evidenziando la necessità di ripensare il ruolo delle amministrazioni al fine di guidare le traiettorie di sviluppo sostenibile e di innovazione sociale dei territori, definendo le linee di fondo sulla cui base individuare il ruolo dell’azione di governance, e in particolare della governance territoriale, secondo una prospettiva che pone il territorio al centro dello sviluppo, come principale attore (assieme al momento istituzionale) della sostenibilità e della stessa resilienza. In questo contesto, il richiamo alla pluriforme e polisemica dimensione territoriale, e del comune in particolare, consente di individuare diversi livelli di analisi che intercettano il territorio, in quanto luogo di espressione del bisogno, luogo della comunità e, quindi, destinatario degli interventi. L’azione dei diversi soggetti operanti sul territorio e, dunque, l’azione (pubblica), in un contesto multilivello e multiattoriale proprio di un sistema di governance a rete, rivelano la strategicità dell’organizzazione amministrativa spingendo verso una diversa e più ampia lettura del risultato amministrativo, dell’”amministrazione di risultato”. Una dimensione che necessariamente valorizza quegli aspetti di maggiore attinenza con i profili strutturali dell’amministrazione, essendo la decisione frutto di una dialettica tra organizzazione, funzione e risorse. Una prospettiva che consente una lettura in termini non solo di sostenibilità ma, a monte, in termini di “appropriatezza” del risultato, riferita non solo alla decisione che viene assunta sull’assetto di interessi (sul rapporto amministrativo), consacrata nella decisione, ma anche su tutti gli elementi (anche organizzativi) che ne rappresentano il presupposto logico e imprescindibile e che rivelano l’esistenza di una intelligenza organizzativa che – unica – consente di effettuare un bilanciamento delle risorse (non solo economiche) esistenti per giungere a una decisione che garantisca la massima soddisfazione possibile dell’interesse sostanziale (a risorse limitate).
2021
risultato amministrativo; organizzazione; appropriatezza
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