Lo scritto mira ad individuare gli ambiti di intervento lasciati all’autonomia collettiva da parte della disciplina legale sul contratto a tempo determinato. Vengono affrontati, in particolare i temi della derivazione della disciplina nazionale da quella “negoziata” comunitaria, dell’individuazione dell’oggetto della protezione cui mira la Direttiva UE sul lavoro a termine, dell’individuazione dell’oggetto della clausola di non regresso, questi come temi propedeutici all’analisi degli spazi di intervento dell’autonomia collettiva. Circa questi ultimi si affrontano principalmente, in via interpretativa della rinnovata disciplina legale, i temi del rapporto fra le causali di ricorso al contratto a termine della previgente 230/62 e la “macrocausale” dell’art. 1 del 368/2001, nonché il tema della ammissibilità o meno di una reviviscenza, per via convenzionale collettiva, di causali sull’apposizione del termine; viene poi esaminato il rinvio all’autonomia collettiva per l’individuazione di limiti quantitativi e si affronta il tema circa una sua essenzialità o meno rispetto alla legittimità di una conclusione di contratti a termine in assenza di una individuazione di tali limiti. Si conclude con una valutazione del rapporto fra legge e contratto collettivo e della tecnica normativa del rinvio a quest’ultimo alla luce della rinnovata disciplina legale sui contratti a termine e, in generale, rispetto alle nuove stagioni delle relazioni sindacali.
Autonomia e limiti della contrattazione collettiva nella rinnovata disciplina del lavoro a termine
TESTA F
2006-01-01
Abstract
Lo scritto mira ad individuare gli ambiti di intervento lasciati all’autonomia collettiva da parte della disciplina legale sul contratto a tempo determinato. Vengono affrontati, in particolare i temi della derivazione della disciplina nazionale da quella “negoziata” comunitaria, dell’individuazione dell’oggetto della protezione cui mira la Direttiva UE sul lavoro a termine, dell’individuazione dell’oggetto della clausola di non regresso, questi come temi propedeutici all’analisi degli spazi di intervento dell’autonomia collettiva. Circa questi ultimi si affrontano principalmente, in via interpretativa della rinnovata disciplina legale, i temi del rapporto fra le causali di ricorso al contratto a termine della previgente 230/62 e la “macrocausale” dell’art. 1 del 368/2001, nonché il tema della ammissibilità o meno di una reviviscenza, per via convenzionale collettiva, di causali sull’apposizione del termine; viene poi esaminato il rinvio all’autonomia collettiva per l’individuazione di limiti quantitativi e si affronta il tema circa una sua essenzialità o meno rispetto alla legittimità di una conclusione di contratti a termine in assenza di una individuazione di tali limiti. Si conclude con una valutazione del rapporto fra legge e contratto collettivo e della tecnica normativa del rinvio a quest’ultimo alla luce della rinnovata disciplina legale sui contratti a termine e, in generale, rispetto alle nuove stagioni delle relazioni sindacali.File | Dimensione | Formato | |
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